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È stato processato stamane a Lecco H. P. imputato di lesioni personali colpose, ai sensi dell’art. 590 del codice penale. Questa la ricostruzione dei fatti. L’uomo, assistito dall’avvocato Emanuele Cervio del foro di Milano, percorreva una tangenziale con la propria autovettura quando per un guasto al motore è finito contro il guard rail. A seguito del guasto e del successivo urto si rompeva la coppa dell’olio e il liquido si è sparso sulla strada. Successivamente è giunta un’altra macchina che, secondo il conducente, qui parte lesa, sarebbe uscito di strada a causa proprio dell’olio. Secondo la parte civile l’accusato non avrebbe rispettato le disposizioni contenute nel codice della strada e precisamente nell’art. 189 recanti disposizioni circa il comportamento da mantenere in caso d’incidente atto a “a salvaguardare la sicurezza della circolazione e, compatibilmente con tale esigenza, adoperarsi affinché non venga modificato lo stato dei luoghi e disperse le tracce utili per l`accertamento delle responsabilità”. Infatti l’uomo secondo la parte civile avrebbe perlomeno dovuto segnalare mediante gestualità l’avvenuto sinistro. Naturalmente di parere contrario il difensore dell’imputato il quale ha sostenuto che il suo assistito non sia condannabile per aver innanzitutto mantenuto una velocità di conduzione del veicolo ai sensi di legge e per la non responsabilità del guasto accaduto alla propria macchina precisando inoltre che l’incidente subito dalla parte lesa sia dipeso da un’enorme pozza d’acqua che già c’era sulla strada prima ancora che venisse percorsa dall’imputato e semmai le sostanze oleose, le quali risultano per la parte civile il motivo fondante del capo d’imputazione, si sarebbero soltanto mischiate all’acqua.
Simone Bonfanti
