“Con l’ennesimo voto di fiducia il Governo fa passare una norma che nulla ha a che fare con procedure di infrazione comunitaria, infilando all’articolo 15 di questo provvedimento omnibus una riforma dei servizi pubblici locali, e in particolare del servizio idrico integrato, che rischia di generare molti danni a cittadini ed enti locali, soprattutto quelli virtuosi presenti anche nella nostra Provincia, a vantaggio di pochi grandi gruppi privati, anche esteri, che si spartiranno il mercato dell’acqua. Altro che difesa del bene pubblico e rispetto dell’autonomia degli enti locali; i Comuni saranno obbligati a far entrare i privati nella gestione delle proprie reti, in assenza di un’autorità di regolazione indipendente che dovrebbe rappresentare in questo passaggio delicato la garanzia della qualità del servizio, dell’equità delle tariffe, della certezza di adeguati investimenti”.
E’ il commento dell’on. Lucia Codurelli, in merito al voto contrario del PD sul decreto Ronchi, per il quale i democratici avevano chiesto che si avviasse un percorso di riforma condiviso e ponderato, mentre il Governo ha scelto l’ennesima forzatura, mettendo a rischio la disponibilità piena e libera per i cittadini di un bene essenziale qual è l’acqua, un bene scarso e prezioso, per il quale risulta fondamentale centrare l’obiettivo di un uso efficiente e razionale.
“Il voto di oggi ci riporta al passato. Di fatto vengono cancellate le liberalizzazioni portate avanti dal Governo Prodi e dall’allora ministro Bersani. Si tratta di disposizioni che costituiscono un vero e proprio colpo di mano contro le autonomie e contro l`organizzazione federale dello Stato, facendo emergere la vera visione centralista e autoritaria di questo Governo. Altro che Federalismo. La maggioranza si assuma tutta la responsabilità di questo provvedimento, soprattutto la Lega Nord che prima si batte nei territori con i suoi sindaci per l’acqua pubblica e poi vota a Roma il decreto 135 che sancisce la definitiva e obbligatoria privatizzazione dell`acqua, senza che ci sia nessun obbligo comunitario, o l’avvio di procedure di infrazione nei confronti dell’Italia in riferimento all’affidamento dei servizi pubblici locali, tanto meno su quello idrico integrato. Mentre si salvano le aziende statali pubbliche si impone la privatizzazione alle aziende dei comuni. Dopo il taglio dell’ICI ecco un altro “regalo” ai Comuni. A questo punto diventa indispensabile istituire un`autorità garante di controllo autonomo contro rischi di aumento delle tariffe e il peggioramento dei servizi nell`interesse delle persone e della comunità”.