I giudici della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 211271del 5 ottobre scorso, hanno stabilito che, in assenza di una normativa di carattere generale, anche i disabili sono tenuti al pagamento del parcheggio tra le strisce blu.
Questo pronunciamento della Corte si riferiva ad un caso specifico e, pertanto, non si estende automaticamente a casi analoghi in ogni angolo del territorio nazionale. Infatti, i comuni non sono obbligati a far pagare al disabile la sosta all’interno dei parcheggi contrassegnati in blu, ma hanno la facoltà, essendo una loro competenza, di esentarli da questa tariffa, come avviene in molte realtà locali (citiamo, per fare degli esempi positivi, Parma e Ancona).
Le ragioni per la quale i disabili chiedono la gratuità del parcheggio negli stalli blu sono più che valide e, aldilà di confermare alcuni principi per non rendere ulteriormente gravosa la vita a quanti ce l’hanno già complicata, riguardano semplicemente l’impossibilità di poter liberamente scegliere il punto di sosta per la propria auto. E questo contrasta con un diritto acquisito e ribadito anche da atti normativi, quali la Circolare del Ministero dei Lavori Pubblici 1030, che già nel lontano 1983 recitava:"L’auto privata è stata riconosciuta come indispensabile ausilio protesico per le persone con limitate o impedite capacità motorie".
Nelle nostre città, adiacenti ai luoghi di servizio e di interesse pubblico ci sono parcheggi riservati ai veicoli con il contrassegno di disabilità (il più delle volte pochi, o occupati da chi non ha titolo); poi seguono gli stalli blu a pagamento e poi…basta, nel senso che le soste con il semplice disco orario (senza limite di tempo per il disabile) non ci sono praticamente più e i posti non a tariffa, quando ci sono, sono lontanissimi. Se a questo aggiungiamo la non praticabilità e fruibilità dei mezzi di trasporto pubblico per la persona che si sposta in carrozzina, il gioco è fatto. La persona disabile, per accedere al diritto di mobilità, è costretto a sostenere un onere che la persona normodotata ha la possibilità di evitare.
Altre osservazioni pertinenti su quanto sia inopportuna l’onerosità della sosta nelle strisce blu è dovuta anche al tipo di “servizio” che queste offrono all’utente disabile: gli stalli sono troppo stretti e mancano gli ingombri per l’apertura delle portiere (non si riesce ad accostare con la carrozzella tra un’auto e l’altra), le colonnine che somministrano i ticket sono sovente lontane e di altezza tale da non poterle manovrare.
Pertanto, ci permettiamo chiedere a codesta Amministrazione comunale di impegnare la propria autonomia e le proprie competenze a sostegno delle persone disabili, affinché possano affermare: questa città è la mia città, perché è capace di dare la risposta giusta ai bisogni di ognuno dei suoi abitanti.
Per fare questo è sufficiente che il comune, nella delibera/determina e nell’ordinanza che istituiscono e disciplinano i parcheggi a pagamento, stabilisca l’esonero per i veicoli che espongono il contrassegno che concede le agevolazioni alle persone disabili. Nel contempo invitiamo ad esercitare uno stretto controllo da parte della Polizia Locale affinché non ci siano abusi e usi scorretti del simbolo.
Fontana Gerolamo
Presidente Uildm di Lecco e Delegato Telethon