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Scritto Lunedì 24 maggio 2010 alle 21:19

Merate: 46 gruppi e 1220 partecipanti.
Perchè camminare fa bene e ``diverte``

Merate
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Il dottor Maurizio Gevi


I gruppi di cammino, costituiti da più persone che con regolarità si trovano per una passeggiata organizzata, nascono presso l’Usl 20 di Verona ormai diversi anni fa nell’ambito di un progetto rivolto ai malati di diabete. Da quel momento sono stati poi adottati come strategia dal ministero della salute e della Regione Lombardia per prevenire l’insorgere di diversi disturbi e patologie quali: le malattie cardiovascolari, il diabete, l’ipertensione e alcune forme tumorali come per esempio il tumore al colon.

Innumerevoli i paesi del meratese e del lecchese in cui i gruppi sono già attivi: come ha spiegato Raffaella Salaroli, responsabile per l’Asl dei gruppi insieme alla collega Angela Gandolfi, dal 2007 ad oggi il numero di gruppi e di aderenti è salito in maniera esponenziale. “Nel 2007 siamo partiti in tre comuni con 86 iscritti. Ora escludendo Merate, arriviamo a 46 gruppi con 1220 iscritti. Di questi gruppi 3 sono attivi in comuni del distretto di Bellano, 16 in quello di Merate e 19 in quello di Lecco”.

 

 

Interessante anche la proporzione tra i sessi dei partecipanti: su 1220 “camminatori” ben 952 sono femmine e solo 268 i maschi. Quest’ultimi però amano fare il capogruppo battendo le signore 91 a 51.

Si tratta dunque di un’iniziativa che ha trovato molto favore nel territorio del lecchese e del meratese nata dall’analisi di dati relativi alla popolazione definiti “sconvolgenti” dal dottor Maurizio Gevi del dipartimento medica dello sport e medicina preventiva di comunità dell’ASL. “2 milioni sono, infatti, i decessi, nel corso di un anno, dovuti anche alla mancanza di attività fisica. La sedentarietà è dunque tra le prime 10 cause di morte, con un numero di vittime di poco inferiore a quelle causate dall’Aids. Per sconfiggerla basterebbe cambiare di poco le proprie abitudini”.

I gruppi di cammino sono dunque sicuramente un ottimo strumento per prevenire l’insorgere di determinate malattie e ridurre gli effetti di altre: “l’incidenza di alcune malattie potrebbe ridursi anche del 50% mentre alcune forme di diabete, per esempio, possono essere ridotte anche del 60%”.

Considerando che oltre il 40% della popolazione lecchese non svolge attività fisica nel corso della settimana o comunque si muove poco, iniziative come queste potrebbero davvero costituire un’ottima possibilità per i cittadini e allo stesso tempo aiutare a ridurre i costi della sanità: “una persona che si muove, riducendo l’incidenza delle malattie, riduce anche il consumo di farmaci e dunque anche i costi per il sistema sanitario”.

 

 

Le passeggiate con il gruppo andrebbero poi integrate con semplici comportamenti: “prendiamo per esempio i dati relativi al trasporto. Le statistiche dicono che il 30% della auto in Europa percorre ogni giorno meno di tre chilometri e oltre il 50% percorre meno di 5 chilometri . 3 km equivalgono a mezz’ora a piedi e 5 a mezz’ora in bici, proprio il tempo di attività consigliato ogni giorno”.

Il dottor Gevi ha poi dato altri consigli utili: parcheggiare l’auto lontano dal posto di lavoro così da fare una passeggiata prima e dopo, alzarsi per cambiare il canale e non utilizzare sempre il telecomando, comprare un cane e portarlo a spasso, fare le scale al posto di utilizzare l’ascensore, seguire figli o nipoti che raggiungono la scuola con il “piedibus”…

Insomma, tutti consigli semplici ma che trovano d’accordo innumerevoli specialisti in materia. “Giunto a Lecco e venuto a conoscenza dei vari gruppi anche il dottor Ravizza, primario di medicina cardiovascolare al Manzoni ha apprezzato l’iniziativa”.

Non resta altro dunque che sollevarsi alla poltrona e mettersi in moto.


Alice Mandelli



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