L’ha trovato la sorella in casa, imbottito di farmaci e riverso a terra. Inutili i soccorsi del 118 che ha potuto soltanto constatarne il decesso. La tragedia, avvenuta in un appartamento in centro a Lecco martedì, ha scosso parenti e amici della vittima, L.M., 30enne, anestesista e rianimatore dell’ospedale Manzoni di Lecco. Quello che sembrava inizialmente essere un arresto cardiaco è risultato poi un suicidio, considerato l’ingente quantitativo di farmaci assunti e ritrovati accanto al corpo. Non era sposato e non aveva figli, con i genitori e i parenti aveva un bellissimo rapporto, soprattutto con la sorella, con cui si sentiva quotidianamente. Proprio le chiamate a vuoto e il telefono staccato hanno fatto presagire il peggio, portando poi al ritrovamento del cadavere dell’uomo. Una persona solare, tranquilla, un grande sportivo e dedito al suo lavoro. Così appariva L.M. agli occhi dei colleghi e amici, ancora sconvolti e incapaci di spiegarsi il perché di un gesto così tragico e improvviso.
C.C.