Anche un’azienda con sede nel Lecchese è finita nel mirino della Guardia di Finanza di Cremona che ha concluso una maxi operazione (in codice Black Steel, in riferimento alla società fittizia al vertice del sistema e operante nell’ingrosso dei materiali ferrosi) che ha consentito di scoprire un un’ingente frode fiscale di oltre 210 milioni di euro attraverso l’emissione e l’utilizzo di fatture false per circa 177 milioni. Indagate complessivamente 108 persone legate a vario titolo a 98 società sparse in Lombardia, Veneto, Piemonte, Trentino Alto Adige, Lazio e Campania. Le indagini sono partite da alcune segnalazioni nei confronti di una società cremonese che si era fatta notare per frequenti prelievi di contante dal conto corrente aziendale: partendo da questo gli uomini delle Fiamme Gialle hanno scoperto una catena che li ha portati a una società operante nel commercio di materiali ferrosi coinvolta in un vasto giro di fatture per operazioni inesistenti. I proventi venivano trasferiti verso la Svizzera e San Marino su conti correnti intestati a società fittizie. Durante le indagini gli uomini del Nucleo Tributario cremonese si sono imbattuti anche in una società della provincia di Lecco che a sua volta aveva emesso fatture verso l’azienda cremonese per operazioni inesistenti come falsi gli indirizzi indicati come sedi delle società. Stando alle risultanze investigative a capo dell’organizzazione ‘froda-fisco’ vi erano due imprenditori milanesi. Le Fiamme Gialle hanno perquisito 9 società lombarde, 2 laziali e le abitazioni di 16 persone, tra amministratori di fatto, prestanome e autotrasportatori. Le persone denunciate sono in tutto 108, mentre 16 sono quelle raggiunte da avviso di garanzia firmato dal sostituto Maria Letizia Mannella della Procura di Milano. Circa 15 milioni di euro sono già stati recuperati e versati nelle casse dell’Erario.