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Scritto Domenica 30 maggio 2010 alle 09:05

Zanmarchi, catenificio: non sono affari
interni ma un problema sociale, di tutti

Merate
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L`assessore Emilio Zanmarchi


Gentile Direttore,

sono rimasto molto colpito dall’articolo comparso sul vostro giornale il 24 maggio a firma S.V. (http://www.merateonline.it/Finestra_Zoom.asp?ID=75594&Sezione=MAIN), recante il titolo “Cernusco: tagli al Catenificio Regina – 10 impiegati in mobilità, 302 in CISG”.

Sebbene alcuni indicatori confermino una lenta e timorosa ripresa degli ordinativi e delle commesse (appesantite dall’incertezza sui pagamenti e dalla difficoltà sul reperimento di mezzi terzi, ma di questo parleremo in altra occasione), la crisi occupazionale inizia solo ora un lungo periodo di gravità, che si risolverà non prima dell’anno prossimo.

In questa vera e propria emergenza sociale è fondamentale che si crei un’alleanza salda e produttiva tra tutte le forze coinvolte, perché nessuno si può davvero chiamare fuori.

È grazie a queste alleanze che si vanno formando che gli strumenti a disposizione cominciano a diventare fattivi ed efficaci. La Borsa Sociale Lavoro è una soluzione semplice, cooperativa sulla risposta al bisogno, che a Merate potrà aiutare 10 famiglie a passare il guado della crisi.

Stiamo cucendo una rete di relazioni attive, centrata sull’obiettivo solidaristico dell’interesse collettivo, tra Cittadini, Amministrazioni (Comuni e Provincia), Sindacati, Imprese e Terzo Settore, rete che sta dando frutti importanti secondo modalità fattive che dimostrano come nell’emergenza una Società sana e positiva si sappia ritrovare e compattare, superando la conflittualità preordinata e adottando comportamenti davvero utili.

Per questo mi sono stupito dei fatti riportati dall’articolo, e in specie della frase di Panzeri “L`azienda è stata irremovibile e ora ha 4 mesi di tempo per procedere al licenziamento di 10 persone”.

Mi sono chiesto: come fa un’azienda, in questa situazione, con queste disponibilità diffuse, in questa emergenza a essere irremovibile?

So che è un’azienda di Cernusco, ma è anche un’azienda storica di Merate, e Meratese forse è una delle risorse in uscita, e altri Meratesi potrebbero stare tra i 302 sospesi. Sento forte quindi il problema, perché questi non sono affari interni all’azienda, questo è un problema sociale, è un problema di tutti.
Non penso che di fronte a un problema collettivo siano leciti le chiusure e gli arroccamenti; cosa non ha funzionato? Vogliamo suscitare lo stesso spirito complice e proattivo che in altre situazioni misuriamo, anche con aziende dove invece “ … le commesse … mancano per quanto ne sappiamo noi.”?

Non posso pensare che le parti in causa non sappiano o, peggio, non vogliano sentire su sé parte della responsabilità sociale..

Che dicono? Che dite?


Emilio Zanmarchi
Assessore
Persona e Famiglia



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