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Scritto Domenica 30 maggio 2010 alle 19:10

Lecco: intercettazioni, un presidio
contro il bavaglio

Lecco

Diritto di informare e di essere informati. No al bavaglio, a quel disegno di legge sulle intercettazioni al vaglio del Senato che rischia di diventare l’ennesima legge ad personam del governo Berlusconi. Contro la nuova legge, definita ‘truffa’, il gruppo di Qui Lecco Libera ha organizzato nel pomeriggio di oggi in Piazza Garibaldi un presidio, un appello pubblico a difesa dello Stato di diritto e della democrazia.

 

 

 

 

“Non sono bastati decreti ad hoc e norme anticostituzionali volte a tutelare gli interessi del Sultano - si legge in un volantino – il provvedimento vergogna detto ddl Alfano è molto più ambizioso”.

 

 

 

 

Il centro della questione sono le intercettazioni, uno dei mezzi più utilizzati nelle indagini per smascherare colpevoli e “toccare con mano l’affarismo e le rapine del Potere”. Cambiano i metodi di indagine e la pubblicazione degli atti di indagine non viene più consentita se non per riassunto.

 

 

 

 

Vietata la diffusione delle intercettazioni anche parziali o non coperte dal segreto fino alla fine dell’udienza preliminare, la pubblicazione delle ordinanze emesse in materia di misure cautelari fino a quando l’indagato o il difensore non ne vengano a conoscenza e no alla pubblicazione di quegli atti di cui è stata ordinata la distruzione.

 

 

 

 

Una legge che “impedisce ai magistrati perbene di indagare sui reati delle alte sfere e sulle condotte criminali della cricca, costringendo al silenzio stampa giornalisti ed editori”.

 

 

 

 

 

A rischio anche lo spirito critico dei cittadini , invitati a ribellarsi pubblicamente, senza esitazioni. Durante il presidio si è dato spazio alla voce di giuristi, magistrati e giornalisti, con esempi pratici di ‘casi che sono stati scoperti solo grazie alle intercettazioni telefoniche’.

 

 

 

 

La clinica dell’orrore Santa Rita, le scalate bancarie, il G8 di Genova, e ancora il caso Bertolaso, Scajola. Tanti esempi accompagnati da spezzoni di intercettazioni lette dai presenti al presidio e da collegamenti in diretta con i giornalisti Peter Gomez, Lorenzo Guadagnucci e Paolo Biondani che invitano i cittadini a informarsi e formarsi e i direttori dei giornali lecchesi a parlare con i propri parlamentari per denunciare questa legge ‘vergognosa’. Una legge definita anche criminogena, che niente di buono fa presagire se non “un alto rischio di autoritarismo”.

 

C.C.



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